Lorem ipsum gravida nibh vel velit auctor aliquet. Aenean sollicitudin, lorem quis bibendum. Sofisticur ali quenean.

INSTAGRAM

Blog

La fiducia viene sperimentata da subito. La fiducia originaria è connessa all’esperienza che il neonato fa con la madre.  Infatti, percepisce non solo ciò che la madre fa, ma anche il modo in cui lo fa. Coglie se sta bene o male, se è sicura o insicura, se lo accudisce volentieri o non volentieri, se c’è benevolenza o aggressività. È in base a queste percezione che tutti quanti, fin da molto piccoli,  avvertiamo sicurezza o insicurezza. Sviluppandosi quel senso di autostima che, a fasi alterne, ci accompagna per tutta la vita.

La fiducia originaria è la sensazione di potersi fidare dei propri genitori, ma anche di se stessi. Chi ha fiducia non ha timore di ‘rischiare’ la propria vita, ha voglia dimettere alla prova le proprie capacità. Quando un bambino sviluppa una scarsa fiducia originaria diviene esageratamente autocritico. Vive dubitando di se stesso, delle proprie capacità e del suo essere accettato dagli altri. La fiducia nella vita è la condizione attraverso cui si può trovare la propria identità.  Chi ha trovato la propria identità è capace di intimità con se e con gli altri e di generare atti creativi.

Il sentimento di autostima non è innato: lo si impara. Quando si è piccoli l’attribuirsi un valore dipende dai messaggi che si ricevono dagli adulti. Ma con l’avanzare dell’età la persona può sviluppare una propria capacità di riconoscersi un valore ed un senso di degnità. Affinché possa nascere una buon autostima si ha bisogno di un atteggiamento di apertura. Si deve parlare apertamente gli uni con gli altri, sapendo accettare i propri e gli altrui errori  senza giudizio o accuse. Quando la comunicazione è velata e piena di sottintesi nulla è chiaro, di converso tutto può essere frainteso attivando allontanamento e rifiuto. Non è mai troppo tardi apprendere l’autostima o per rinforzarla: in qualsiasi momento si può sostituire un circolo vizioso negativo con uno positivo. Facendo così nuove esperienze  che ci aiutano a trovare la direzione e a credere in se stessi.

La comunicazione è indiscutibilmente molto importante per far nascere un sentimento di autostima. Virginia Satir (psicoterapeuta americana) per aiutare ad esprimere l’immagine di sé sviluppo una tecnica che attingeva da un suo ricordo d’infanzia. Nella fattoria in cui era nata e cresciuta c’era una grande pentola di ferro che a seconda della stagione era piena di sapone, di minestrone o di concime. Il ‘gioco che gioco non è’ da lei proposto è di completare la seguente frase: “Oggi la mia pentola è …”, lasciando ai suoi pazienti o allievi il compito di concludere la frase. Lo scopo è di agevolare la possibilità di esprimere il sentimento di autostima che la persona prova in quel momento della sua vita. La risposta può essere ad esempio piena, vuota, un secchio pieno di buchi, betoniera, accartocciata, linda e così via. Per poi lasciare che l’immagine interna di sé emerga liberamente e permetta di esprimersi e liberarsi progressivamente da timori o paure.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi