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Un sano senso di autostima se lo può permettere chi si permette anche di essere debole, chi sa guardare con umorismo alle sue fragilità. L’accettazione delle nostre debolezze è un processo che dura tutta una vita. Scopriamo continuamente nostre modalità che ci fanno rabbia, ci deludono. Quando pensiamo di averli superati, questi tornano a galla. Può essere utile, allora,  abbandonare l’illusione di diventare come ci piacerebbe, accettando invece ciò che si è realmente. È attraversando questa delusione che è possibile avvertire pace interiore e tranquillità. È come se tutto andasse bene così come è. In questa logica  le ferite diventano fonte di bene-dizione per noi e per gli altri.

Accettarsi significa riconciliarsi con la propria storia di vita. In tanti ci lamentiamo di aver avuto un’infanzia difficile, durante la quale siamo stati feriti. Ok, va bene vedere queste ferite e lenirle! Ma nel contempo possiamo cominciare a vederle come una ricchezza che è possibile far fruttificare. Diventando capaci di comprendere anche gli altri e di accompagnarli. In tal modo, scopriamo che tutto ha un senso ed impariamo a vivere in maniera diversa anche le difficoltà.

Per accettare se stessi è necessario smettere di fare confronti che sminuiscono e deprimono o che ridimensionano gli altri per ‘portarli al nostro livello’. È di grande aiuto passare dalla testa, che fa confronti, al cuore, che ha sentimenti. Smettere di fare confronti  e svilirsi, ma andare a ricercare il buono e il bello che si ha, aiuta a percepire se stessi, essere più centrati e fiduciosi.

La fiducia è sentirsi bene nella propria pelle. Sviluppare un senso di autostima è possibile se si smette di delegare agli altri un qualche potere su di noi. Riconoscendogli la possibilità di decidere per se senza interferenze o giudizio da parte nostra. Questo significa fare chiarezza e porre le basi per non venire facilmente feriti. Per essere maggiormente centrati ed in contatto con le proprie percezioni, sentimenti e col proprio corpo.

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