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VERGOGNA PERDERE LA FACCIA

Ogni esperienza emotiva è valutabile in modo strettamente soggettivo. La vergogna, in quanto emozione sociale, è una ferita profonda e potenzialmente devastante. Effetto che si concretizza sia rispetto al Sé che alla propria immagine. È il desiderio di sparire, poiché ci si sente incapaci di recuperare la propria dignità ed onorabilità. Ripristinare ciò non è semplice essendo un’emozione intrinsecamente sociale e derivante dal biasimo e condanna del pubblico. Ecco perché la vergogna è tossica: la persona ‘non è più degna’.

LA VERGOGNA

Le emozioni primarie come paura, rabbia, disgusto, tristezza e gioia sono intrinseche alla persona che le prova. Sono connesse al suo sentire, al suo pensiero od agire e sono innate. La vergogna, invece, è sconosciuta al momento della nascita. È necessario appartenere ad un gruppo sociale dal quale vengono acquisite le regole comportamentali che lo caratterizzano. La mancata conformazione a quell’insieme di dettami pone la persona nella condizione di essere insultata, maltrattata o derisa.

È vissuta come emozione negativa in quanto genera sensazioni spiacevoli, pervasive e avvolgenti. Una sofferenza acuta ed intensa che è legata ai rapporti con gli altri e/o la società in generale. È inoltre strettamente connessa a timore, se non alla certezza, dei giudizi negativi sul proprio conto da parte degli altri. La vergogna è il ‘temere’ di essere messi alla gogna ovvero messi all’angolo o allontanati. Motivo per cui la vergogna è tossica.

COMPORTAMENTO E GIUDIZIO

La vergogna emerge a seguito di un comportamento disonorevole che presuppone l’infrangere di una regola sociale. Il non essere stati abbastanza rispettosi e capaci di conformarsi al dettame del gruppo produce effetti di deplorazione o disdicevolezza. E chi ha visto quel comportamento giudica la persona che lo ha compiuto in modo sfavorevole. Il giudizio è anche potenzialmente irreversibile. Tale mix di fattori compromette gravemente l’immagine di Sé.

Attraverso la vergogna la persona sperimenta una condizione di pena per ‘essere diventata improvvisamente diversa agli occhi degli altri’. Un cambiamento repentino e radicale: nulla è più come prima. L’aver compiuto un atto riprovevole è una trasgressione non scusabile, non ci sono vie di fuga, la persona ‘non è più degna’.  Il gruppo di appartenenza prende le distanze ed espone la persona alla gogna. Un agire sociale che colpisce come strumento punitivo: la vergogna è tossica.(per approfondimenti)

IMMAGINE DI SE’

“Che pessima figuraccia che ho fatto!!” è una frase comune quando si prova vergogna. Essa nasce dalla ‘perdita pubblica’ della propria immagine personale. Ognuno di noi ha una propria immagine sociale che è data dall’insieme di conoscenze e valutazioni che pensiamo gli altri abbiamo di noi. Questa ‘visione’ di sé agli occhi degli altri determina la propria identità individuale e il proprio profilo di personalità. Inoltre, l’immagine di sé contribuisce a stabilire qual è la posizione/ruolo sociale entro la rete dei rapporti interpersonali.

Se siamo percepiti come persone utili e collaborative è probabile instaurare rapporti positivi, di collaborazione ed amicizia. Viceversa, se siamo considerati come una minaccia, impedimento o aggressivi i rapporti assumeranno connotazioni aggressive e di ostilità.  Ciò definisce l’identità personale, quindi l’immagine di sé in società ed influenza la nostra autostima.(per approfondimenti)

Quando tale immagine interiore si deteriora e si frantuma nella persona si manifesta la vergogna. È un’emozione che fa vivere la sensazione di ‘perdere la faccia’. Essere ‘senza faccia’ significa piombare in una condizione emotiva gravosa e penosa. Significa essere esclusi dalla rete sociale a cui tutti noi dipendiamo. L’esclusione definisce la potenziale morte dell’individuo, comprendiamo allora perché la vergogna è tossica. Essa mostra la nostra fragilità (per approfondimenti)

DESIDERABILITA’ SOCIALE

Tutti cerchiamo di essere, tendenzialmente, accettati, apprezzati e stimati dagli altri. La desiderabilità sociale è naturale in ogni essere. Ciò ci garantisce quel potere sociale che ci fa sentire utili, ammirati ed amati.  Se per una azione grave e/o riprovevole viene intaccata la nostra immagine pubblica: la terra sprofonda sotto i piedi. Da persona desiderabile si passa alla derisione da parte di altri diventando oggetto di disprezzo. Si palesa, allora, il passaggio all’inferiorità morale e sociale. Si vorrebbe diventare invisibili a noi stessi ed agli altri: non esistere più. La propria autostima scende negli inferi.

AUTOSTIMA

La vergogna è tossica in quanto alla valutazione negativa esterna si aggiunge un’autovalutazione svilente. Se la persona non si sente manchevole o sbagliata, la vergogna è assente o attenuata. Ma se è sentita in modo rilevante si può arrivare ad intaccare significativamente l’intima visione di sé.

L’autostima è un sentimento che dipende dall’interazione tra ‘me’ e gli ‘altri’. È il frutto di un gioco tra ciò che penso di me, che scelgo di essere e ciò che dicono e mi riconoscono gli altri. Condizione che fa comprendere come l’autostima ne soffra negativamente. E di come in situazioni insopportabili si può arrivare fino al suicidio. In sostanza, tutti questi elementi sottolineano perché la vergogna è tossica.

(per approfondimenti)

AUTOSTIMA SI O NO: UNA SCELTA INEVITABILE

 

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