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Retta via

Sole, simbolo universale anche del Sé, in inverno ci è più distante. Il rigore del freddo ci porta a ricercare il calore delle case. Le forze fisiche ed emotive sono messe alla prova durante il buio dell’inverno. L’inverno è la discesa nel Grande Yin che emotivamente riporta alla paura o al terrore. È il periodo della discesa nell’oscurità dell’anima.

Quando si raggiunge il punto massimo di oscurità, accade qualcosa che obbliga a risalire. Il miracolo è l’avvicinarsi alla luce. Dall’inverno si passa progressivamente alla primavera che apre al nuovo e ridona la forza di uscire allo scoperto. La volontà della vita si fa sentire nel suo perpetuo riproporsi.

RICERCA DEL SE’

La ricerca del Sé ci chiama ad attraversare tutte le stagioni dell’anima. Dalla desolazione e solitudine dell’inverno progressivamente, passando per la primavera, si va verso l’estate. Tale massima espansione, espressione del Grande Yang,  è la potenziale manifestazione del Sé.  Destinato a procedere nel divenire dell’anima verso il sopraggiungere dell’autunno con la sua ridiscesa verso il buio.

Se ci lasciamo avvolgere dalle immagini della stagionalità possiamo cogliere come le ombre dell’inverno siano strumento di gestazione del nuovo. Riemergere dalla zona d’Ombra significa entrare in contatto con il nostro Inconscio. Spazi interni che possono essere, secondo la visione psicosintetica, definiti dall’inconscio inferiore, superiore o medio. Ambiti entro cui ognuno si muove e da cui possiamo raccogliere elementi sulla nostra esistenza.

IL SILENZIO GIOIOSO

Assagioli diceva spesso che il silenzio è gioioso ed è una delle manifestazione possibili della volontà transpersonale. Se ci incamminiamo verso l’ autoconsapevolezza,  attraversare l’inverno e poi tutte le stagioni è d’obbligo. Non perché la vita lo impone. Ma,  con un atteggiamento di curiosa disponibilità a vivere,  il silenzio è uno strumento principe. È l’accettazione dell’esperienza umana che nel portare in basso fa arrivare sempre più in alto. Per fare ciò è indispensabile prendere confidenza con la volontà.

La volontà è la più alta ed importante di tutte le funzioni psicologiche presentate dalla Psicosintesi. L’io è volontà. Come ci dice Assagioli: “Funzione psicologica, la più vicina all’io, sua diretta espressione. Sorgente di tutte le scelte, le decisioni, gli impegni. Attraverso la sua scoperta dentro di noi percepiamo di essere un soggetto vivente dotato del potere di operare cambiamenti nella nostra personalità, negli altri, nelle circostanze. Ha funzione direttiva e regolatrice simile a quella del timoniere di una nave.”

VOLONTA’ COME PONTE TRA BIOS E LOGOS

Con l’opera di Roberto Assagioli la volontà smette di essere una Cenerentola in ambito psicologico. Nel suo proporla, fattore a mio avviso straordinario, ce la dipinge come un’energia orientata. Ed indirizzata a sostenere l’essere vivente per giungere alle vette della propria esistenza. È attraverso un atto di volontà che siamo consapevoli di noi stessi. Ci poniamo nella condizione di conoscere le nostre potenzialità e i nostri limiti. Ci apriamo al tutto, quindi a muoverci anche verso il transpersonale. Semplice? No, non lo è.

Il prodigio della volontà è supportare nel riportare la Vita nella nostra esistenza. Non è la personalità o ego a fare ciò, ma è l’Anima o Sé Personale. Non è un movimento che va forzato o programmato. Semplicemente accade. Perché la vita accade sempre, ovunque e a tutti. Divenire osservatori attenti e accettare di vivere la vita che è in noi è un atto di volontà.

La volontà è alle dirette dipendenze del Sé e vicina alle altre funzioni. Essa  attiene a una dimensione interiore e invisibile che la rende poco conosciuta. La sua azione è interna e i suoi effetti sono indiretti. Nell’essere come un volante in mano al guidatore sembra scomparire. Ma come potremmo guidare senza? Altro aspetto contraddittorio lo possiamo cogliere con la frase ‘volere è potere’. La volontà secondo Assagioli non è sforzo, non è impulsività, desiderio, emotività e così via. La volontà sono le redini in mano al cocchiere che conduce la carrozza verso la meta.

VOLONTA’ FUNZIONE DELL’IO

Assagioli nel libro  “L’atto di volontà(per approfondire)ci dice che  un “atto presuppone un agente. Un agente che esegue atti di volontà. Questo è fondamentale. Tenetelo sempre in mente. Fa risparmiare un sacco di discussioni, equivoci e confusione.” Ed ancora afferma che “La volontà è essenzialmente l’attività dell’Io”.

Tra i tanti soggetti portatori di una loro volontà, l’Io è il primo, e in un certo senso l’unico. Ed ecco perché l’unica volontà individuale è e può essere solo quella dell’Io.  Mentre tutte le altre volontà ad esempio quelle delle sub personalità che sono attive in noi, sono volontà esterne. Volontà non nostre, ma che ci agiscono o quantomeno ci influenzano nostro malgrado.

La volontà in Psicosintesi è in primis una volontà personale. Da non confondere con quella degli elementi psichici.  Come dice Assagioli per poter fare esperienza della volontà “bisogna avere un significato positivo della vita”. E nello specifico  “Il presupposto dell’azione volitiva è quello che la vita abbia un significato positivo, e non soltanto la vita individuale, ma tutta la vita”.

VOLONTA’ TRANSPERSONALE

Le volontà transpersonali si caratterizzano dall’essere sia individuali che collettiva o universali. Questo  è possibile perché il Sé, secondo Assagioli, è la Scintilla della Grande Fiamma Centrale. E come tale è scintilla e fiamma nello stesso tempo, è onda e mare, è individuale e universale.

Come dice Assagioli: “Nell’esperienza del Sé vi è una fusione paradossa di individualità e universalità. Il Sé sperimenta l’universalità, ma senza perdersi nel Sé universale. Rimane al suo centro, immutabile”. E ancora: “L’identificazione con l’universale non porta alla perdita di identità, ma piuttosto al suo rafforzamento e alla sua intensificazione”.

VOLONTA’ PERSONALE

Un passo importante prima di giungere alla volontà transpersonale è di essere consapevoli della propria volontà personale. La  volontà personale è la volontà dell’Io, e qui le cose cambiano radicalmente. Nel senso che la volontà si scopre portatrice di un progetto che va ben oltre la semplice autoaffermazione. A questo livello la volontà diventa consapevole e autocosciente. Quindi in grado di scegliere e di gestire intenzionalmente le sue varie strategie, liberandosi finalmente dai suoi stessi meccanismi compulsivi.

Come dice Assagioli: “La volontà, che ha il potere di sviluppare e rafforzare se stessa, … ha anche quello, che è il suo più alto potere, di dominare se stessa”.  Divenire autocosciente significa,  per la volontà,  essere in  rapporto consapevole con il soggetto che la agisce. Per la prima volta la volontà si riconosce funzione di o al servizio di, aprendosi ad uno sconfinato orizzonte di possibilità.  In altre parole, avere uno scopo, vederlo e scegliere la direzione in modo arbitrario.

Si sviluppa un nuovo senso di appartenenza, che emerge dal riconoscersi riflesso di una più ampia volontà transpersonale. Un salto quantico,  la volontà personale è diretta dall’interno e dall’“alto”.  Come dice Assagioli: “La vita umana personale è essenzialmente sviluppo, crescita, attuazione di latenti, superiori possibilità. È lotta e conquista, e quindi implica necessariamente conflitti, tensioni, superamenti, alternanze…”.

Per maggiori approfondimenti:

UNA STELLA PER COMPRENDERE COME E QUANDO SI È PERSO IL CONTATTO CON L’ALTA SENSIBILITÀ 1/2

UNA STELLA PER COMPRENDERE COME E QUANDO SI È PERSO IL CONTATTO CON L’ALTA SENSIBILITÀ 2/2

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