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Abbiamo descritto l’intuizione come un’energia che illumina. Presentandosi nello stato di veglia, ad esempio, guidando l’auto, semi veglia quando si medita o durante il sonno coi sogni. L’intuizione, anche quando appare con fare ‘lieve’, coinvolge la psiche in un processo di trasformazione evolutiva. Scegliere di lasciarsi attraversare da questo afflusso di luce fugace è il frutto di una decisione. Una scelta che chiede la disponibilità al cambiamento, ad essere pazienti e disponibili ad allenarsi.

Mediante l’intuizione si ha un afflusso di elementi che entrano nell’inconscio personale e nel campo di coscienza irradiando lo spazio circostante. Se vogliamo usare un’immagine possiamo visualizzare una stanza buia entro cui filtra un raggio di sole. L’allineamento del Sé personale con quello transpersonale rende possibile ciò, ma come ci raccontano gli artisti, tutto è temporaneo. Il poter vedere quanto è illuminato da quel raggio di sole e poi l’appropriarsene, è delegato alle altre funzioni.

RIUSCIRE A TRATTENERE

Un limite della funzione mentale è dato dal non riuscire a trattenere le intuizioni nonostante la loro incisività. Le intuizioni pur apparendo in modo chiaro e con grande fugacità, altrettanto velocemente svaniscono. In molti  lamentano che si deformano e frammentano come un lampo. Essere consapevole di questa dinamica ci fa porre l’attenzione sul bisogno di memorizzarle per mantenerle stabilmente nella mente. Evitando di rendere inutili gli sforzi nel rievocare tali afflussi, ma per poter attingere durevolmente a tali passaggi. Assagioli suggerisce di ancorarle prima che svaniscano. Magari scrivendole subito su un foglio per trattenere l’aspetto simbolico e facilitare ulteriori afflussi.

Si può notare che le intuizioni con la loro carica energetica coinvolge l’encefalo in modo differente rispetto alle altre funzioni psichiche. La difficoltà di trattenerle nel campo di coscienza e di memorizzarle è un fatto assodato. Infatti, le energie transpersonali sono energie estranee ai normali processi psichici. Taluni ritengono che i processi mentali non riescono ad assorbire e conservare vibrazioni transpersonali. Giustificando che tali processi sono troppo occupati in attività di competenza della quotidianità.

NULLA SI PERDE

Tenuto conto delle differenti specificità delle assemblee encefaliche rispetto alle energie intuitive non dobbiamo allarmarci.  Ciò che non viene stabilizzato nel campo di coscienza discende nell’inconscio personale per ripresentarsi in momenti successivi. Quindi nella diversità sussistono comunque delle assonanze vibratorie che trattengono tali afflussi. Ma ciò si realizza in spazi di non consapevolezza immediata. Evitando così la dispersione di tali afflussi per renderli disponibili quando possibile.

La diponibilità ad accedere a queste energie super coscienti si realizza da un certo punto del proprio vivere. Per gli Ipersensibili, spesso coinvolti in processi percettivi transpersonali, è una spinta ineludibile. Infatti, si può affermare che aprirsi alle intuizioni per loro può essere un vero e proprio bisogno. L’educarsi alla percezione significa integrare questa parte interiore, così significativa, con le altre funzioni. Attivando un processo di accettazione di sé che facilita quel percorso evolutivo personale tanto sentito da chi è Altamente Sensibile.

LA VOLONTA’ E LE INTUIZIONI

Credere di promuovere la funzione intuitiva attraverso la volontà è non del tutto esatto. Se la volontà è usata per forzare la percezione lo sforzo è controproducente. La volontà, in quanto raccordo tra le varie funzioni e il Sé personale,  è chiamata a sollecitare senza imporre. Il suo compito è spianare la strada senza obbligare. La sua azione può essere indiretta come ci sottolinea Roberto Assagioli. Lo scopo è tenere libero il canale comunicativo entro cui fluiscono queste energie e frenare attività disturbanti.

La volontà può essere utilizzata per creare uno spazio vuoto di accoglimento entro cui le intuizioni possono palesarsi. Infatti, il silenzio nel campo di consapevolezza è un prerequisito dell’atto intuitivo. La volontà può adoperarsi per mantenere calma psichica e predisporre un rilassamento fisico. La quiete e la tranquillità trasformano la psiche in una coppa in grado di accogliere le intuizioni. Se questa precondizione non sussiste la coppa si riempie di caos psichico che impedisce all’energia transpersonale di accedervi.

IL PENSIERO E LE INTUIZIONI

Spesso si accomuna la mente alle intuizioni, essendo il pensiero preliminare alla funzione intuitiva. Riflettendo possiamo comprendere come l’aspetto cognitivo ci è utile per riconoscere i messaggi, interpretarli e decodificarli. Bonacina in L’uomo stellare afferma che “La ragione è la custode delle chiavi del trascendente”. Una frase  significativa per tutti, ma in particolare per quegli Ipersensibili che vogliono prendere confidenza con la funzione intuitiva.

La via dell’intuizione necessita riflessione e studio, eleva la mente con lucidi procedimenti cognitivi. Ma allo stesso tempo le intuizioni necessitano di “essere ristrutturate razionalmente” allo scopo di non incappare in errori interpretativi. Il linguaggio usato normalmente dalle intuizioni è simbolico, la sua decodifica richiede molta conoscenza ed attenzione. Ecco perché Bonacina sollecita alla “cautela nell’accettare le locuzioni interne”. Difficilmente una interpretazione generalizzata e letterale corrisponde al vero messaggio che il Sé transpersonale vuole indirizzare.

È necessario riflettere con molta attenzione sulle immagini, parole, simboli per non incappare nell’errore di prendere fischi per fiaschi. Una benevola critica razionale dell’intuizione è indispensabile proprio per evitare tutto ciò. L’interpretazione dei simboli non è immediata, ma piena di confusione ed abbagli. Occorre tener conto anche che ognuno ha un codice simbolico connesso al proprio livello di coscienza. Bonacina, e prima Assagioli, suggerisce di constatare “quanto [l’intuizione] sia realmente finalizzata all’agire impersonale per il bene altrui”.

FINALIZZATA ALL’AGIRE

Ciò che la Psicosintesi suggerisce è di non disperdersi in fascinazioni. Un elemento discriminatorio sta nel ricercare come l’intuizione vada ad integrarsi col vivere quotidiano. È nel lavoro riflessivo che risiede il processo evolutivo evitando di sprecare energie in rivoli aridi.

Attraverso le intuizioni possiamo cogliere delle indicazioni sul proprio percorso esistenziale, cercando di attuarlo progressivamente attraverso piccole azioni. Un po’ come salire verso la vetta. Un passo dopo l’altro, oltrepassando piccoli e grandi ostacoli, si arriva sulla cima per poter assaporare l’Infinito. Pertanto, il vivere è racchiuso in una vita operosa ed attenta alle intuizioni, ove le opere sono il frutto di questo ascolto transpersonale.

In sintesi, si può rilevare che la funzione cognitiva ha il compito di inquadrare e sistematizzare le intuizioni. Facilitandone  un uso consapevole, appropriato e deliberato dei poteri della mente. Utilissima la meditazione ricettiva per facilitare l’afflusso di messaggi. Una mente calma e aperta è una mente silenziosa. In cui non c’è tutto ciò che la può distrarre, liberando il campo di consapevolezza da altri contenuti.

MEDITAZIONE

La meditazione è uno strumento di grande interesse per ‘sintonizzarsi’ sul transpersonale (per approfondire). Usiamo una immagine: l’apparecchio radio. La radio è selettiva e il suono è ben udibile quanto sintonizzato. Per l’intuizione disporre di un buona radio è fondamentale, non tanto per ricevere essendo il compito che spetta allo strumento, ma per noi.

In sostanza, se vogliamo ricevere bene dobbiamo affinare la ricezione sul programma idoneo al processo di crescita. Inoltre, è utile saper scegliere quale programma voler ricevere. Fare scelte sagge e ben indirizzate permette di accedere a tutte quelle indicazioni che il transpersonale ci comunica.

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