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Per aiutare a comprendere come  PERCEZIONE-CENTRATURA-CONFINI sono diventati un problema per chi è Altamente Sensibile, possiamo utilizzare la Stella delle Funzioni di Roberto Assagioli. Un’immagine che nella sua semplicità può esserci di supporto.

La stella è formata da sei punte, ognuna è una funzione psicologica:

  1. senso-motoria,
  2. emozioni/sentimento,
  3. impulso/desiderio,
  4. immaginazione,
  5. pensiero,
  6. intuizione,

a cui per completezza va aggiunta la funzione volontà come collegamento tra queste e il Sé Personale.

Immaginiamo di vedere questa bella stella a sei punte mozza, avendo tolta quella dei sensi: udito, gusto, olfatto, vista e tatto. È come se una parte di sé venisse amputata ovvero negata. Il primo contatto che abbiamo avuto, con il mondo circostante dalla nascita, è connesso ai sensi. In sostanza, sentire i rumori e gli odori intorno, vedere le luci e i tanti colori, toccare persone ed oggetti, gustare il cibo. Decidere per la ‘negazione’ è la risposta più semplice a cui il piccolo ipersensibile tende.

Se mamma o papà sono distanti, tesi, arrabbiati, depressi o altro, il bimbo lo percepisce e capisce che qualcosa non va. Ma non ha ancora gli strumenti per comprendere che questi atteggiamenti non gli sono necessariamente imputabili. Ciò che farà è ‘prendersi carico della responsabilità’ del loro malessere. Lo scopo è garantirsi di essere amato, accudito, quindi sentirsi parte del nucleo famigliare ed accettato, nonostante tutto!

La modalità da camaleonte adottata fin da piccolissimi definisce comportamenti che si ripropongono negli anni. Come un ‘disco rovinato’ che ripete sempre la stessa parola. Tanto da perdere ‘spessore visivo’ nelle persone che lo osservano. Infatti, gli Ipersensibili anche da adulti tendono ad affiancare persone volitive, quasi a richiesta di protezione. Assumendo talvolta atteggiamenti accondiscendenti o servili, nella speranza di ricevere almeno un briciolo d’amore e di considerazione.

Questa capacità di adattamento è la naturale risposta alle richieste promosse nei suoi confronti dagli adulti. Purtroppo, ciò ha un prezzo da pagare:  la perdita di contatto con se stessi. Comincia a consolidarsi un’acerrima lotta!  Perdere il contatto con il proprio corpo equivale a rifiutare una parte di sé. Gli effetti collaterali sono la dissoluzione dell’autostima e della risonanza come sensazione di fare le cose ‘come si deve’. Per garantirsi l’amore dei genitori, il bimbo impara a rifiutare le proprie sensazioni e dare poca attenzione al corpo.

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