Conoscere il proprio cervello è per gli Altamente Sensibili un Must. Frasi come “desidero fermare il tumulto del mio cervello”. “Non vorrei percepire emozionalmente la persona con cui sto parlando”. “Vorrei essere ‘come tutti gli altri’!” sono tipiche degli Ipersensibili.
Una Persona Altamente Sensibile ha la necessità di conoscere un po’ meglio come il cervello funziona, perché non è un nemico. No, non lo è assolutamente. È anzi un alleato prezioso!
INTANTO LA CURIOSITA’
Molti lamentano di non saper gestire il proprio tempo, preparandosi per gli esami universitari o per una conferenza. La passione nell’infilarsi in anfratti conoscitivi fa sì che l’Ipersensibile si percepisca come un fannullone perditempo. Senza tener conto che, nel frattempo, accumula conoscenza. Spesso anche io mi sono autoaccusata di sprecare tempo nel prepararmi per gli esami universitari. Moltissime volte ho desiderato di non essere curiosa!
Per poi accorgermi che ciò da cui rifuggivo è un cervello speciale. Un cervello che è biologicamente predisposto per essere Altamente Sensibile. Il disperdermi nei meandri della conoscenza ha alimentato la mia curiosità. Curiosità è una parola latina che richiama il ‘prendersi cura’ o ‘l’avere premura’. Accettare la curiosità significa permettersi di accrescere la conoscenza. Alimentando il proprio senso della vita e la necessità di adoperarsi fattivamente sia per evolvere che per cambiare.
CONOSCERE IL CERVELLO
Il cervello consiste in due emisferi collegati tra loro dal corpo calloso. Ogni area è suddivisa in lobi ognuno deputato a funzioni diverse. Ciascun emisfero controlla la parte opposta del corpo ed è dedicato a specifiche abilità cognitive. L’emisfero sinistro si occupa di aspetti linguistici e dei processi cognitivi ovvero all’elaborazione sequenziale, più adatta ai compiti verbali. L’emisfero destro, invece, è coinvolto nell’elaborazione analogica e percettiva, quindi più adatto ai compiti spaziali e creativi.
Il lobo frontale è responsabile della risoluzione dei problemi, memoria, linguaggio, giudizio, controllo degli impulsi, comportamento sociale e sessuale. Quello temporale è interessato alle emozioni, all’affettività, alla vita di relazione, comportamenti istintivi e memoria. Il lobo parietale svolge funzioni connesse alle sensazioni di gusto, tatto e olfatto e dei processi di sensibilizzazione del territorio. L’occipitale, che si trova nella parte posteriore dell’encefalo, controlla la visione e il riconoscimento. Mentre l’area limbica si trova nella parte profonda del cervello e costituisce il sistema limbico.
IL SISTEMA LIMBICO
Quest’area del cervello controlla emozioni, memoria e coordina le funzioni cerebrali. È proprio in questo spazio del cervello umano che risiede il centro emozionale, relazionale e il senso di autocoscienza. In esso gli input sensoriali vengono trasformati. Mentre umore e personalità sono modulati nella corteccia prefrontale in quanto centro sofisticato delle funzioni cognitive ed emotive.
Nel sistema limbico troviamo il talamo, l’ipotalamo, ippocampo ed amigdala. Il talamo si appoggia sull’area alta del midollo spinale. Tale termine greco significa ‘stanza interiore’, una sorta di cancello che apre la strada agli impulsi verso la corteccia. L’ipotalamo è in grado di controllare talune funzioni vitali del corpo come il sistema nervoso autonomo, il centro della risposta emotiva e del comportamento. L’ippocampo, invece, stabilisce numerose connessioni tra varie aree encefaliche. Favorisce la memoria a breve e lungo termine oltre che la memoria spaziale, l’orientamento e l’apprendimento di nuove informazioni e movimenti.
AMIGDALA
L’amigdala si colloca nella parte più interna di entrambi i lobi temporali del cervello ed è simile ad una mandorla. Essa ricopre diverse funzioni: gioca un ruolo chiave nella formazione e nella memorizzazione dei ricordi associati ad eventi emotivi. Sembra essere responsabile dell’attivazione dell’istinto di sopravvivenza. Già nei tempi remoti poter disporre di questa abilità significava riconoscere il pericolo.
Questa porzione dell’encefalo, chiamata ad analizzare il pericolo e le relative emozioni, ha garantito la sopravvivenza del genere umano. Compito che sussiste ancora oggi anche se l’ambiente non presenta le stesse caratteristiche. L’amigdala, in ogni caso, ‘passa in rassegna’ lo spazio circostante per individuare dei potenziali pericoli in modo da allertarci. Permette di attivarci molto velocemente e di scampare il pericolo.
In sostanza, l’amigdala è progettata per inviare dei segnali di allerta quando riconosce un presunto rischio. Suoni, odori, movimenti o stimoli visivi o gustativi che posso essere interpretati come un pericolo l’attivano. Ciò anche in base a ricordi pregressi associati ad emozioni dolorose. Inducendo comportamenti anticipatori per uscire dal pericolo o dal bisogno.
Il cervello emotivo, più veloce della corteccia, avvertendo un pericolo attiva un comportamento immediato atto a garantire la sopravvivenza. Il sistema nervoso simpatico si attiva. Viene rilasciata adrenalina, il cuore accelera e i polmoni garantiscono maggiore ossigeno nel flusso sanguigno. Automaticamente si attiva la risposta fight-or-flight ovvero attacco o fuga.
per approfondire:
LE PERSONE SENSIBILI HANNO UNA MARCIA IN PIU’
IL CORAGGIO DI ESSERE IPERSENSIBILE
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